Avvento: tempo di attesa e di speranza

Attendere vuol dire «tendere verso qualcosa», ma anche «volgere l’attenzione», «dedicarsi a qualcosa/qualcuno». Per mezzo del profeta Geremia il Signore afferma: «In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra» (Ger 33,15). Un germoglio ha necessità di occhi e mani che lo custodiscano, di calore che lo aiuti a crescere e di tanta pazienza. Un proverbio dice: «La pazienza è il coraggio di tutti i giorni». Vediamo persino germogli nelle rovine, nelle macerie, nei luoghi più aridi. Significa che Dio è accanto a noi soprattutto nei periodi peggiori della nostra vita: la sua presenza è un “germoglio” di speranza. In riferimento all’apparizione nel roveto ardente, un passo midrashico pone in bocca a Dio queste parole: «Mosè, mi rivolgo a te da dentro le spine, perché il mio popolo è nelle spine, sofferente e schiavo in Egitto». Attendere significa anche essere “attendibili”: non spezzare parole contro gli altri, ma spezzarsi in due per il prossimo; camminare con chi ha necessità, ma con discrezione; non farsi “pregare” per regalare un po' di serenità a chi vive un senso di vuoto esistenziale. Una donna che attende un figlio si prende cura con immenso amore del suo “germoglio”, attende con pazienza che quell’esserino cresca dentro di lei. È anche un periodo di preoccupazioni condivise col futuro padre: i due rimodulano la propria vita pensando al loro “germoglio”. Una ragazza incinta, poi, è sempre segno di gioia per tutti: una speranza in un tempo di spopolamento dei nostri paesi.



Buon Avvento

don Giuseppe Pani
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