Cristo, Signore delle relazioni. Social media: “Verso una piena presenza”

L’uomo esiste nella relazione e nell’arco della sua vita vive tre legami importanti: con Dio, con gli altri esseri umani e con il Creato. La relazione con Dio è unica, speciale, costitutiva e inclusiva: «Se uno dice: “Io amo Dio”, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto» (1Gv 4,20). Al centro della relazione con Dio ci sono gli altri e il Creato (cf. Gen 2,15).  

I Vangeli rendono testimonianza della vita del Figlio di Dio, presentano Cristo come il Signore delle relazioni. Gesù si rapporta con le persone che incontra in modo semplice e diretto, adattandosi ad ogni situazione: con i discepoli, con le folle e negli incontri “casuali”. «Per quanto riguarda i Vangeli, la situazione è particolare; il lettore, infatti, è invitato a giudicare ogni personaggio in base al tipo di relazione che instaura con il protagonista. Semplificando molto, è chiaro che chi si accosta a Gesù con favore sarà giudicato positivamente, mentre nel caso contrario il giudizio sarà negativo. Le relazioni che il Signore vive, pertanto, servono a caratterizzare soprattutto gli altri personaggi, e la narrazione evangelica è ricca di esempi in tal senso»[1].

La vita del Messia è intessuta di relazioni, la più importante è quella che vive con il Padre, una relazione d’amore e obbedienza perfetta da cui dipenderà totalmente la sua opera di salvezza. «Alla scuola della parola, l’Altro, di cui Gesù si è messo in ascolto, emerge: di questo dialogo il Padre è l’orizzonte. L’identità di Gesù si fa sempre più comprensibile nella relazione con colui che gli è prossimo nella sua più grande distanza»[2]. Si può affermare che Gesù, relazionandosi con le persone, le porta a conoscenza del progetto del Padre e del suo amore misericordioso.

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Il Figlio unigenito instaura con i suoi discepoli una relazione che permette loro di fondare la propria identità, attraverso la sequela trovano il centuplo e la vita eterna (Mc 10,29-30). «Non istruzioni da seguire, ma una relazione costruita pian piano, con alti e bassi, di cui i Vangeli narrano l’inizio, gli sviluppi a volte complicati, l’epilogo drammatico prima della ricomposizione finale al momento della risurrezione. Ciò che tali uomini fecero, ciò che compresero (e no) di Gesù, come vissero la loro relazione con lui è, nei Vangeli, oggetto di narrazione, non di spiegazione»[3].

Le relazioni del Figlio di Dio con le folle sono caratterizzate dalla ricerca, dalla voglia di comunicare, dalla compassione e dall’educazione che mostra e trasmette verso coloro che incontra. Negli episodi del Nuovo Testamento, riguardanti le relazioni “casuali” che  vive Gesù, si riscontrano situazioni di vita attuale: la donna Samaritana che racchiude il desiderio di incontrare Dio (Gv 4,1-42), Zaccheo nel quale si sente la misericordia di Dio (Lc 19,1-10) e il giovane ricco dal quale si evince l’importanza del discernimento (Mt 19,16-22).

La Digital Age è caratterizzata dalla tecnologia, ma anche dall’individualismo. I social media, se usati con responsabilità, potrebbero aiutarci a creare relazioni autentiche, ad andare oltre i nostri i nostri confini. Il Dicastero per la Comunicazione evidenzia: «In un’epoca in cui siamo sempre più divisi, in cui ognuno si ritira nella propria bolla, i social media stanno diventando un sentiero che conduce molti all’indifferenza, alla polarizzazione e all’estremismo. Quando gli individui non si trattano gli uni gli altri come esseri umani, ma come mere espressioni di un certo punto di vista che non condividono, siamo di fronte a un’altra espressione della “cultura dello scarto” che diffonde la “globalizzazione – e la normalizzazione – dell’indifferenza”. Isolarsi nei propri interessi non può essere la via per ritrovare la speranza. La via da seguire è piuttosto coltivare una “cultura dell’incontro”, che promuove l’amicizia sociale e la pace tra persone diverse. Pertanto, è sempre più urgente la necessità di utilizzare le piattaforme social in modo da andare oltre i propri silos, uscendo dal gruppo dei propri “simili” per incontrare gli altri»[4]. Centrale nella riflessione la figura del Buon Samaritano: «Nella parabola […], l’uomo picchiato e lasciato morire fu aiutato dalla persona più inaspettata: al tempo di Gesù, il popolo ebraico e quello samaritano erano spesso in contrasto. Semmai, il comportamento atteso sarebbe stata l’ostilità. Il Samaritano, invece, non vide quell’uomo malmenato come un “altro”, ma semplicemente come qualcuno che aveva bisogno di aiuto. Provò compassione, mettendosi nei panni dell’altro, e diede qualcosa di sé, il suo tempo e le sue risorse per ascoltare e accompagnare qualcuno che aveva incontrato. La parabola può ispirare le relazioni sui social media perché mostra la possibilità di un incontro profondamente significativo tra due perfetti sconosciuti. Il Samaritano abbatte il “divario sociale”: va oltre i confini dell’accordo e del disaccordo. Mentre il sacerdote e il Levita passano accanto all’uomo ferito, il viaggiatore Samaritano lo vede e ne ha compassione (cfr. Lc 10,33). Compassione significa sentire che l’altra persona è una parte di me. Il Samaritano ascolta la storia di quell’uomo; si fa vicino perché è mosso dal di dentro»[5].

La condizione fondamentale perché ogni relazione sia vissuta con verità è avere uno sguardo che proviene dal cuore, la cui sorgente è Cristo con le sue relazioni d’amore.    


Viviana Beccu 

Laboratorio di tecniche e dinamiche

 della comunicazione interpersonale.

Quali relazioni nell’era del digitale

e dell’Intelligenza artificiale?

Docente: Prof. Giuseppe Pani


Istituto Superiore Scienze Religiose

Sassari - Tempio Ampurias

 


[1] P. Mascilongo, Gesù, uomo di relazioni, in «Parole di Vita», 2 (2017), 17-18.

[2] M. Bracci, Gesù, colui che nello Spirito si è detto Figlio e ci ha dato il Padre suo, in «CredereOggi», 1 (2016), 43.

[3] P. Mascilongo, La relazione tra Gesù e i Dodici, in «CredereOggi,», 1 (2016), 64-65.

[4] Dicastero per la Comunicazione, Verso una piena presenza. Riflessione pastorale sul coinvolgimento con i social media, 28 maggio 2023, nn. 19-20.

[5] Ivi, nn. 26-27.