Pandemia, 100 milioni di nuovi poveri
Il virus della povertà. Quante volte in questo tempo di pandemia
abbiamo letto e sentito tale espressione. Così come abbiamo registrato i
progressi verso la realizzazione di un vaccino contro il Covid-19.
Prezioso, necessario. I medici, gli scienziati, il mondo della ricerca è
da mesi protagonista di un incessante sforzo per arrivare al traguardo.
Viene allora da chiedersi se la classe politica, il mondo del lavoro e
ciascuno, individualmente, sia altresì impegnato per ottenere un altro
vaccino, quello in grado di vincere l'indifferenza. Come ha affermato
più volte il Papa, fin dall'inizio dell'emergenza coronavirus, è dai
poveri che non deve essere distolto lo sguardo.
Numerosi gli appelli in questo senso, compreso quello all'ultima udienza generale, mercoledì 19 agosto. Agire ora per cambiare le “strutture sociali malate” e “far crescere un’economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo”, ha ammonito Francesco. La risposta alla pandemia dev’essere quindi duplice. Da un lato “è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero”. "Dall’altro - ha proseguito il Papa - dobbiamo curare un grande virus, quello dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli”.
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
fonte: vatican news