Quando finisce la notte: credere dopo la crisi

Le pagine di Quando finisce la notte – Credere dopo la crisi, il nuovo saggio di don Francesco Cosentino, sono aperte e comunicano "pensieri senza paura". Comunicare senza paura aiuta ad andare oltre le parole, per cogliere quelle realtà che in esse si innestano. L’autore possiede un’empatia che non è solo frutto di una straordinaria competenza teologica, ma anche della sua esperienza spirituale e personale. Il teologo si pone una domanda: che cosa ci insegna questa pandemia? Evidenzia, quindi, che le «grandi crisi sono anche grandi occasioni». […] Cosa ci occorre? Quella risorsa interiore e spirituale che papa Francesco […] ha chiamato una nuova immaginazione del possibile» (p. 23). Una nuova immaginazione del possibile soprattutto per i giovani che non accettano lo spreco di energie all’interno della Chiesa solo per il «mantenimento dei principi tradizionali», per conservare l'esistente; o che l’attenzione sia focalizzata nel  continuare a ridurre il culto «a un ritualismo formalistico senz’anima», ingabbiando la «spiritualità in schemi di rigido legalismo e di devozionismo».

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don Francesco Cosentino

Tra i giovani e la Chiesa esiste un distacco preoccupante. Le ricerche sociologiche ci dicono che i nati dopo il 1980 sono molto lontani dal cattolicesimo. Si parla di una “generazione post-cristiana", addirittura di una “una generazione senza Dio”. Dati che si riferiscono all’autodichiarazione di cattolicità, alla professione del credere, alla costanza nella preghiera personale e all’esperienza reale all’interno di una comunità parrocchiale. Come suggerisce don Cosentino, sarà utile presentare ai giovani «un Dio che ha un debole per noi. Che ci seduce diventando un neonato ed elemosinando i nostri baci. Dio che ha i crampi allo stomaco dinanzi alla sofferenza. Un Dio debole, che solo così ci guarisce e ci solleva» (p. 69). In riferimento a questo tempo di pandemia, condividiamo quanto ha scritto l’autore citando il teologo Alberto Maggi: «Il problema sono i preti, che sono cresciuti educati e abituati al rito, per cui senza il rito si sento persi, smarriti, vanno fuori di testa, non sanno più che cosa inventarsi (p. 94).

Il saggio del giovane teologo non si ferma alle critiche; anzi, propone soprattutto delle riflessioni costruttive. Ad esempio, afferma che durante la pandemia «la Parola è uscita dalle sacrestie e la Chiesa ha raggiunto le case» (p. 103), non senza qualche eccesso; non a caso, cita anche Pietre che rimbalzano sull’acqua, libro del nostro direttore, don Giuseppe Pani: «La bipolarità del mondo ecclesiale si è materializzata tragicamente nella rete: “liturgodemia” digitale con abusi di ogni tipo, “religiosità popolare da remoto” con ritorno indiscriminato a devozioni del passato» (p. 94).

A nostro parere, la vera via per un autentico cambiamento, soprattutto in un'ottica di dialogo coi giovani, è quella che don Francesco suggerisce nelle ultime pagine del suo lavoro: «Ci sarebbe bisogno di intercettare i cristiani che sono nel frammezzo, che non sono praticanti secondo il nostro attuale cliché e, tuttavia, non sono neanche atei» (p. 138). Si deve ripensare con audacia il futuro perché alcune proposte pastorali ormai non hanno più alcun fascino: «Oggi è il tempo di una spiritualità veramente laicale, che nascerà se sapremo incoraggiare forme di ascolto della Parola e di preghiera “fuori dal tempio”, nella vita e nelle case» (p. 141). Necessaria, quindi, una rinnovata spiritualità del quotidiano: perché le chiese sono “veramente” aperte «ogni qual volta che valorizziamo il dono inestimabile del battesimo che ci rende pietre vive del tempio e membra vive del corpo di Cristo» (p. 102).

In questo cammino di cambiamento hanno un ruolo fondamentale le donne. Da giovani donne ci è piaciuto particolarmente un passaggio del libro: «Dentro questa riflessione non potrà mai essere elusa la questione del ruolo delle donne; regna ancora, negli ambienti ecclesiastici, un silenzio sin troppo assordante, un imbarazzo esagerato e un sottobosco maschilista dinanzi alla chiara testimonianza dei vangeli, che ci narrano del ruolo fondamentale della donne nella vita di Gesù, nella sua missione e nell’annuncio della Parola» (pp. 96-97).

Elena Sale

Sono una giovane ragazza, nata ad Oristano 18 anni fa,

allegra, determinata e tenace. Amo la Sardegna e il suo meraviglioso mare;

non a caso pratico uno degli sport più belli: il nuoto

 

Noemi Mulas  

Ho vent’anni e studio pianoforte al Conservatorio di Cagliari.

La musica, quindi, occupa gran parte del mio tempo.

Ho particolarmente a cuore il rispetto per la natura e gli animali



F. Cosentino, Quando finisce la notte – Credere dopo la crisi, EDB, Bologna 2021. € 13,00.  

Francesco Cosentino, sacerdote calabrese, è docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana e lavora presso la Segreteria di Stato.