Le tre "g" di Antonio Giorgio Deiana. Il ricordo di un ragazzo speciale

Togliere alla morte l’assenza di relazione 

La fede biblica valorizza la vita: “vivere” significa essere in relazione col prossimo, la comunità e Dio. Chi sperimenta la morte non si deve sentire condannato da Dio, semplicemente sperimenta in modo drammatico la fragilità, l’assenza di relazione. In questi mesi il nostro Ufficio ha "attraversato" la sofferenza (due ragazze della nostra équipe hanno contratto il Covid) e vissuto l’assenza di relazione: il nostro amico e collaboratore, Antonio Giorgio Deiana, 34 anni, ci ha lasciato. Possiamo attraversare la morte certi che dopo non ci sarà il nulla, ma la vita: «Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25-26).

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Le apparizioni di Cristo risorto sono accompagnate da segni concreti, come nel noto episodio dei discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,13-53). Perché il gesto dello “spezzare il pane”, del mangiare insieme? Per togliere alla morte ciò che di essa spaventa maggiormente: «L’assenza di relazione, l’interruzione del rapporto con se stessi, con gli altri, con Dio. Alla luce della fede questo è possibile attraverso la via della solidarietà, dell’essere vicino: mantenendo viva la relazione, fatta di prossimità» (A. Toniolo). Perdere un familiare, soprattutto un figlio, significa convivere – giorno e notte – con un grido lacerante nel cuore. Ai genitori di Antonio Giorgio ricordiamo le parole di Papa Francesco: «A un certo punto del lutto occorre aiutare a scoprire che quanti abbiamo perso una persona cara abbiamo ancora una missione da compiere, e che non ci fa bene voler prolungare la sofferenza, come se questa fosse un atto di ossequio. La persona amata non ha bisogno della nostra sofferenza, né le risulta lusinghiero che roviniamo la nostra vita» (Amoris Laetitia, n. 255). Bisogna evitare il cosiddetto "lutto mummificato": aggrapparci ai nostri defunti smettendo di cercare noi stessi. Non è facile. Vi siamo vicini!

Équipe diocesana Ufficio per la Pastorale Universitaria, 

la Cultura e l’ Evangelizzazione digitale


 

Le tre “g”  di Antonio Giorgio 

L’Associazione culturale  La Lucerna di Norbello piange la scomparsa prematura dell'amico e Presidente Antonio Giorgio Deiana, il ragazzo dalle tre “g”: gentile, generoso, geniale.

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Di Antonio Giorgio ha sempre colpito la gentilezza: il suo modo di porsi, sempre garbato, mai irrispettoso o irriverente. Ha vissuto la generosità senza tanti clamori: non amava mettersi in mostra; anzi,  la riservatezza era la sua qualità.

Un amico geniale. La sua curiosità, unita a una profonda dedizione, ha fatto sì che s’impegnasse nella valorizzazione culturale del territorio, delle tradizioni e nell’impegno sociale. Ultimamente il drone era la sua passione. Passione, una volta acquisito il patentino, trasformatasi in un vero e proprio lavoro.

Antonio Giorgio non ha perso la sua battaglia, ha combattuto come un guerriero: la sua forza diventerà la nostra forza, il suo amore per la vita sarà il nostro. Continuare a portare avanti i suoi valori, il suo entusiasmo, il bene seminato, servirà perché ogni battaglia non sia persa. Grazie al suo esempio, ogni nostro progetto futuro sarà accompagnato dagli sguardi e dai sorrisi di sempre.

 

Valeria Manca

Associazione Culturale "La Lucerna"