Le “stelle nere” sono i nostri errori, ma anche le nostre ferite, i nostri fallimenti, le nostre zone oscure. Oggi un Dio-neonato accoglie le nostre “stelle nere”; anzi, le rende luminose: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini».

Se il sistema tecnico funziona esteriormente, cioè funzionalmente, esso non si può reggere senza un sottostante sistema valoriale e di senso che lo avalli e culturalmente lo giustifichi.

Per cambiare “l’immaginario mentale” del sacro occorre che la teologia e gli artisti contemporanei ritornino a dialogare. Per dialogare occorre che ci siano meno “sacerdoti” e adoratori di “idoli".

Parlare degli algoritmi significa prendersi innanzitutto conto che essi stanno sempre più prendendo decisioni per l’uomo, sull’uomo e con l’uomo.

Non possiamo guardare la mangiatoia, simbolo della vita, dimenticandoci della croce, del dolore, della morte anche “interiore” di tanti innocenti. La mangiatoia e la croce sono da sempre un’unica realtà. Riflessione di don Giuseppe Pani. Buon Natale!

Vediamo germogli nelle rovine, nelle macerie, nei luoghi più aridi. Significa che Dio è accanto a noi soprattutto nei periodi peggiori della nostra vita: la sua presenza è un “germoglio” di speranza. La breve riflessione di don Giuseppe Pani.

Il concetto base della società dei consumi è quello si guadagnare soldi per vivere meglio in un futuro non meglio individuato. La cultura, non essendo monetizzabile, è inutile. Articolo di Riccardo Rosas.

Nel 2020 il 27,6% dei giovani di 30-34 anni possiede una laurea o un titolo terziario (34,3% delle donne e 21,4% degli uomini), un livello stabile negli ultimi 3 anni ma tra i più bassi d’Europa.

«Dobbiamo  “rialzarci” e continuare ad amare: amando, ognuno di noi non si perde né ci perde. Senza questa certezza è impossibile affrontare le sfide e i momenti della vita». La riflessione di don Giuseppe Pani per una Pasqua di speranza.

Le mani sono un importante canale di comunicazione: trasmettono energia, forza e amore. Toccare l’altro è comunicargli ciò che sono e accettare ciò che lui è. A cura di Miriam Crobu.